29 febbraio 2008

Club Chiesa Cattolica: un'opportunità da non perdere!

Il nostro venerato Padre Gaudenzio continua la sua offensiva mediatica. Eccolo ora impegnato a presentare la riapertura ufficiale della campagna iscrizioni del suo esclusivissimo club:

"Contro la precarietà, contratti per l'eternità!"

Per maggiori informazioni scrivete a: padre.gaudenzio@chiesavaticana.vat

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22 febbraio 2008

Il candidato ufficiale di Tabard alle prossime elezioni

Mai post di Annunciaziò! Annunciaziò! fu più gradito. La voce circolava da tempo, ora è giunta l'ufficialità. La notizia che tutti noi aspettavamo con trepidazione è finalmente una realtà: Padre Gaudenzio Lussorio Ferraris ha accettato di candidarsi nelle fila del Partito Democratico, dando così un indirizzo certo a coloro che non sapevano come comportarsi nella prossima difficile chiamata alle urne. Tabard e i suoi collaboratori erano scossi dai funesti dubbi tra il voto utile, l'astensione, l'emigrazione e il suicidio di massa. Ora sappiamo cosa fare, ora sappiamo di potercela fare: yes, we can! Con il cilicio si trionferà/ Evviva il Partito Democratico e la castità!

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La vera faccia del lavoro in Italia

Dopo Precariare stracca, continuano i corollari all'ultimo mega evento tabardiano. Ecco due video degli spot proposti al fortunato pubblico dell'Anticareer day 2008, l'evento dove Tabard ha svelato ai giovani precari bolognesi la vera faccia del lavoro in Italia:

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19 febbraio 2008

Precariare stracca (ovvero, in dialetto lumbard: precariare stanca)

Sabato sera, il cinema è quello di fronte alla stazione dei treni.
(Quando passi per questa strada, a Mantova, e ti fermi a metà, cinema alla tua sinistra, stazione alla tua destra, ti si scalda il cuore, perché non sai mai in che modo potresti partire).
Fiatone, ma non c’è fila al botteghino e non ce ne potrebbe essere – ce ne dovrebbe, stando alla qualità del film, ce ne dovrebbe... Non è mai così, e gli intellettuali spesso dicono: meno male. Mentre gli operai... Gli operaii... Gli operaii diconoo... Non ce ne sono.
D'altronde, è una visione organizzata dalla CGIL.

Davanti a noi, inutilmente impazienti (perché parte il treno, dai che parte) si attarda soltanto un signore sulla cinquantina, che chiacchiera con la cassiera - che è una, una in totale, non una di dieci, come nei multisala, ha lo schermo protettivo regolamentare in plexiglass, ma è senza auricolare o quegli altri aggeggi che a volte invece che alla cassa del cinema sembra d’essere alla Nasa... Discettano sul fatto che il cinema nel quale stiamo entrando è con tutta probabilità (anzi, è sicuro, ribatte con un sussulto d’orgoglio la cassiera, che fa anche parte della cooperativa che gestisce il cinema) l’unico in tutta la Lombardia a proiettare in questo periodo il documentario di Ascanio Celestini, Parole sante (Italia, 2007).
E la visione, ricorda sorridendo, è organizzata dalla CGIL.

Il film, tuttavia, parla di precariato.

Ascanio Celestini, del resto, è un mucchio di tempo, ma mai abbastanza in rapporto alla storia e alle dimensioni del lavoro “flessibile” (e qui si fa riferimento anche ad articoli apparsi sui passati numeri di Tabard) che parla di precariato. Nel film, questa cosa si vede – a tratti è un documentario specialista, il che non vuol dire però che sia “un po’ loffio, un po’ moscio” come dice il Celestini verso la fine, a guisa di captatio benevolentiae (ben riuscita), perché manca la violenza di strada (meno male, dicono gli intellettuali, meno male...) e le grandi storie (ma mancano davvero? vedi sotto)... anzi, tutt'altro – e si apprezza bene.
In fin dei conti un è documentario ben fatto, ben formato. Niente a che vedere con i documentari che ti (che mi) fanno venire il mal di testa tra fatti e interpretazioni soggettive.
Questo film fa venire solo la nausea, ma non nei confronti del film.

...Certo poi, un po’ lui l'ha fatta annusare, l'ha montata la panna, si è sovraesposto come attore e regista socialmente impegnato... ma tant’è, ci va bene, per lo spirito pragmatico contadino mantovano che se qualcuno fa una cosa nel vuoto assoluto, o in un chiaccherare continuo, ma altrettanto vuoto (cfr. la prolusione al film dello smilzo rappresentante della CGIL) la può fare bene o male, in modo narcisista o meno, ma almeno la fa. Poi se Celestini canta una canzone dal suo ultimo album, bè, quella è un'appendice inutile. Punto.

Il viaggio è stato insomma meritevole del biglietto.

Nel vagone-film abbiamo trovato, oltre alla solita sporcizia: la storia di PrecariAtesia, la vera verità sul referendum nazionale sul welfare dell'ottobre 2007 (una schiacciante vittoria di governo e sindacati, CGIL compresa ...ottenuta per alzata di mano!), un briciolo di speranza politica, riferita agli anni '70 (i maledetti anni '70!) e alle esperienze ancora per fortuna vive ed efficaci di autorganizzazione, soprattutto tanti frammenti di vita e storie volutamente "minori" (dal licenziamento in tronco ai problemi enormi derivanti da una semplice sindrome del tunnel carpale) che fanno ben vedere come il precariato che non uccide quantomeno logora, destabilizza, alza la tensione, abbassa la paga. Cioè, precariare stracca.

Ovvero, in dialetto lumbard, stanca.

Lorenzo

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18 febbraio 2008

Anticareer day 2008

Tornano i clamorosi martedì tabardiani (solo per questo mese il carnevale ci ha posticipato). Questa volta al Macondo vi sveleremo i retroscena della famigerata job fair bolognese.
Un appuntamento imperdibile per prepararsi adeguatamente all'incontro col fantasmagorico mondo del lavoro. Martedì 19 febbraio, dalle 22, al circolo Arci "Macondo" in via del Pratello 22/c, ingresso gratuito. Accorrete precarie e numerose!




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16 febbraio 2008

Anticareer Day 2008


Martedì 19 febbraio non prendete impegni... Tabard è tornato.
Presto ulteriori informazioni.



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12 febbraio 2008

Ferrara l'avrebbe fatto meglio

"Da un bravo regista e coraggioso idealista come Moretti e da un volto sensibile e delicato come la Ferrari - scrive don Anselmi - mi sarei aspettato una scena romantica, soffusa, tenera, magari un momento d'amore aperto alla vita, ad un figlio".

"I due attori fanno l'amore in piedi, vestiti, senza guardarsi in faccia: capisco - spiega don Anselmi - che la scena vada letta e inserita nel contesto del film, ma confesso che anch'io sono rimasto stupito e disturbato. Molte persone osservano che i consacrati non possono e non devono parlare di sessualità corporea perchè non la vivono. Mi sento di poter dire che noi la conosciamo e la stimiamo così bella e importante che ogni giorno la offriamo sull'altare, doniamo a Dio ed alla nostra comunità il nostro celibato, con fatica e con gioia. Per questo preghiamo per chi svaluta questi gesti".

"Sono convinto - scrive il sacerdote nella newsletter inviata ai ragazzi italiani che si preparano alla Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney - che gli attori, gli uomini di spettacolo abbiano un grande impatto culturale e quindi una grande responsabilità educativa verso i giovani. Spesso sono i più deboli, i più poveri culturalmente ad essere segnati da questi cattivi insegnamenti e vengono travolti da fantasie erotiche che diventano dipendenza e sfociano nella violenza".

Ecco dunque che "sarebbe bello che qualcuno di questi professionisti facesse obiezione di coscienza e si rifiutasse di girare scene erotiche volgari e distruttive. Caro Nanni e cara Isabella - conclude don Anselmi - contiamo sulla vostra passione educativa".

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11 febbraio 2008

Geni del calcio

«Ho passato 17 anni da morto di fame e 8 da milionario. Me ne restano 9 per andare in parità»

Antonio Cassano

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10 febbraio 2008

Una poesia di Michele Mari

Fedeli al duro accordo
non ci cerchiamo più.
Così i bambini giocano
a non ridere per primi
guardandosi negli occhi
e alcuni sono così bravi
che diventano tristi per la vita intera.

(da Cento poesie d'amore per Ladyhawke, Einaudi)

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08 febbraio 2008

Marco Simonelli a Modo Infoshop

Alle ore 18, presso la Libreria Modo Infoshop
il tabardianissimo Mimmo Cangiano presenterà Palinsesti, di Marco Simonelli, poeta pubblicato anche nel numero 6 di Tabard.

"Palinsesti", un canzoniere catodico che tratta dell'"usa-e-getta patinato della cultura di massa, tra Wanna Marchi e i Puffi, le veline e i cartoni animati

"Quello che il poeta fiorentino Marco Simonelli ha fatto con “Palinsesti” è qualcosa di molto ambizioso. Poeta giovane – è del 79 - e bizzarro, attento come pochi alla mise en scéne di un linguaggio alto associato ai personaggi molto degradabili della televisione, Simonelli ha creato con questo libro una sorta di viaggio al termine della notte del monoscopio, e non solo"
(Franz Krauspenhaar, da www.nazioneindiana.com).



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07 febbraio 2008

Maratona di lettura

La Bottega dell'Elefante e Mondotre
vi invitano alla maratona di lettura
che si terrà
sabato 1 marzo 2008(a partire dalle h 16)

Presso la libreria Librincontro di via san Vitale 4, Bologna
sul tema

Libri e libertà


In latino liber indica il libro ma anche l’aggettivo libero. Le librerie sono un indice di cultura e di civilizzazione di una città, la loro presenza e diffusione ne connotano il livello civile, veder chiudere una libreria è come assistere a un atto indegno e doloroso. A Bologna stanno chiudendo molte librerie piccole, schiacciate dalle reti nazionali.

La Bottega dell’Elefante e Mondotre non possono fermare questa strage, ma possono far riflettere su quanto si sta perdendo.

La maratona ha poche semplici regole: è un momento di lettura aperto all’intera cittadinanza, in cui tutti coloro che lo desiderano, potranno leggere e condividere con i presenti un testo. Vorremmo infatti che alla serata leggessero insieme esperti e meno esperti, professionisti culturali e non, personaggi pubblici stimati e semplici cittadini amanti dei libri...

Il testo letto non deve superare una pagina (circa 2000 caratteri) e non deve essere autoprodotto, ma ricavato da un autore, da citare correttamente (incluso l’eventuale traduttore!). Si può leggere, sul tema, una pagina di romanzo, una riflessione storica, filosofica, scientifica, una poesia, una canzone, un articolo di giornale… Per partecipare basta inviare il testo in formato word all’indirizzo di posta infoelefante@fastwebnet.it entro e non oltre il 20 febbraio. Tutti i testi che arriveranno entro la data limite saranno raccolti in uno speciale quaderno della Bottega dell’Elefante.

Mandaci una pagina d'autore entro il 20 febbraio e vieni a leggerla con noi a Librincontro il 1 marzo.

Info: 346 3059047
infoelefante@fastwebnet.it

LIBRINCONTRO CHIUDE A FINE MARZO.
AL MOMENTO VENDE LIBRI SCONTATI DEL 30%



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Domanda ingenua

Ma perché ultimamente in Italia gli arresti mafiosi più importanti arrivano sempre nei dintorni delle elezioni?

Paolo

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05 febbraio 2008

Il tradizionalista impazzito

da senonlarealtà

Sì, vero, i conservatori sono cattivi, reazionari catarrosi, abbarbicati alle loro poltrone ed altro mobilio scuro e fitto che affastella le loro case che son sempre buie e dall'atmosfera pulviscolare, gente che ti fa pensare a Metternich che si oppone con l'ombra del passato al sol dell'avvenire, però...

Riporta il mio amato Tommaso Landolfi che «il Montale definì una volta (in viva intervista e senz’ombra di censura) il nostro diletto Gadda “un tradizionalista impazzito”», e della categoria nella letteratura italica ce ne son parecchi, Landolfi compreso: barocchi e densi, aulici ed artificiosi, che con un continuo horror vacui celebrano forse il timore che nemmeno il nulla esista, con consapevolezza e gioco intrecciati fra loro.

Vi sono però altri esponenti di questo stile di prosa e di vita, i conservatori veri e propri (ma tanto non sono tutti pazzi?): ieri mi sono imbattuto in una sorta di datato elogio del conservatore, del guelfo, vecchio articolo di Igino Giordani... che Malvino giustamente stigmatizza, smonta e paragona ad i recenti dibattiti clericali italiani. Nondimeno io sono stato affascinato dallo scorrere delle parole, irretito dalla sua certa inconsistenza confermata dalle ostinazioni linguistiche. Certo, l'intensità non regge per tutto l'articolo, ché il vizio dei tradizionalisti non ufficialmente impazziti è di avere paura della loro pazzia e provano a farsi passare per razionali (che folli!), però alcuni momenti valgono proprio la pena, ecco l'incipit, se vi suona leggetevi il tutto al link qui sopra:
Da un pezzo, dai primi secoli, ci si chiama i lucifugi, i cretini della società, ostriche attaccate allo scoglio cerebrale che è il dogma, punti fermi e acqua stagnante quando il pensiero moderno si evolve, statici quando la vita è dinamismo. Molta gente si è occupata di noi solo per i bassi servizi o per irriderci. E noi abbiamo tollerato troppo, ci siamo nascosti o piegati alla tromba di calunnie e dispregi rovesciataci addosso dal cosidetto pensiero moderno...
Francesco


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Rassegna Stanca #2

  • Il solito imprescindibile Leonardo ("Perché affaticarsi ad avere un punto di vista proprio quando basta aspettare qualche ora per avere quello di Leonardo?" - sviluppina) dice la sua sull'affaire Israele alla fiera di Torino.
  • Ernesto Aloia ci racconta il potenziale romanzesco dell'affaire Société Génerale.
  • D'accordo questa è una rubrica seria, ma ve lo segnalo comunque perché ho riso per tutto il tempo come un deficiente. Concerto per facce in Re maggiore. No, dico, ma a che serve ormai la televisione??

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Dear Mr Berardinelli

Alfonso Berardinelli, scrive sulle pagine di Reset di questo mese:

“Il punto è che se continuiamo a pensare a Lukács, allora è meglio che ci impicchiamo perché vuol dire che siamo indietro di mezzo secolo”.

A dire il vero, a Bellinzona si pensa ancora molto a Lukács. E pure a Mendrisio. Il canton Ticino tutto non fa che parlare di Lukács. Siamo in pieno rinascimento lukácsiano. E, soprattutto, noi giovani (carini ed esistenzialisti) ci pensiamo. E non ci impicchiamo.


A. Scardanelli

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01 febbraio 2008

Contemporanei

«contemporaneo è colui che percepisce il buio del suo tempo come qualcosa che lo riguarda e non cessa di interpellarlo, qualcosa che, più di ogni luce, si rivolge direttamente e singolarmente a lui. Contemporaneo è colui che riceve in pieno viso il fascio di tenebra che proviene dal suo tempo. […] Percepire nel buio del presente questa luce che cerca di raggiungerci e non può farlo, questo significa essere contemporanei. […] Cioè ancora: essere puntuali a un appuntamento che si può solo mancare».

G. Agamben

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Una faccia, una razza

Tanto per consolarci un po' con le ingerenze altrui: in Grecia è recentemente scomparso l'arcivescovo Christodoulos, capo della chiesa ortodossa nazionale. Be', han chiuso tutte le scuole per una settimana...



Paolo


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