Brigate Anti Pubblicità
Paolo
Qualche consiglio di boicottaggio legale:
* Se il postino si ostina a depositare prospetti malgrado il vostro espresso rifiuto, ridepositateli nelle cassette postali rosse.
* Non aprite mai la pubblicità; rinviatela al mittente dopo aver cancellato il vostro nome e aver scritto "rifiutato" sulla busta.
* Se il vostro giornale ha l'abitudine d'imbrogliare i suoi lettori inserendo le pubblicità in mezzo agli articoli, scrivete al direttore per domandargli di raggruppare tutta la pubblicità alla fine del giornale, affinché i lettori che ne hanno bisogno possano andare a consultarla senza che gli altri ne siano disturbati. Se si rifiuta o non risponde, riflettete se il fastidio creato da queste trappole pubblicitarie è più o meno importante del bisogno che avete dell'informazione contenuta nel giornale, e prendete una decisione di conseguenza.
* Rivoltate le buste di plastica che vi danno alla cassa dei negozi affinché la marca non sia più visibile. Meglio: portatevene una da casa.
* Per i genitori: comprate ai vostri figli del materiale scolastico neutro e incitateli a decorarlo a loro fantasia.
* Al cinema, non sentitevi obbligati a guardare la pubblicità prima del film (le palpebre permettono di chiudere gli occhi, le vertebre cervicali di reclinare la testa, le dita di tapparsi le orecchie). Se una pubblicità clandestina appare nel film, secondo le circostanze, fatelo notare al vostro vicino, o abbandonate la sala per protesta. Preferite i cinema che non diffondono pubblicità... esistono ancora.
* Verificate di non esibire alcuna marca, anche piccola, sui vostri vestiti, e fatelo notare alla gente che non prende le stesse precauzioni.
* Utilizzate i nomi comuni piuttosto che le marche per designare gli oggetti quotidiani: "penna a sfera, nastro adesivo, correttore liquido, motorino, macchina, soda..."
* Redigete una lista delle cose di cui avete bisogno prima di fare la spesa, e attenetevici.
* Quando un venditore vi disturba per telefono per proporvi la sua robaccia (se non fosse robaccia non avrebbe bisogno di disturbarvi) accettate l'appuntamento che vi propone. Quando suona alla porta fate finta di dormire. Se vi richiama più tardi, spiegategli che soffrite d'amnesia. Nel frattempo non avete più bisogno del suo prodotto, cosa di cui avete pieno diritto.
* Se qualche società vi invia per fax della pubblicità, rinviategli un foglio nero al centro del quale ci sia un rettangolo bianco grande come un francobollo contenente un messaggio a vostra scelta. Questo foglio contribuirà a consumare le loro riserve d'inchiostro.
* Boicottate la televisione, questa "bocca d'alienazione", meditando su questo: "Non possedete la televisione. Lei vi possiede".
Alcune ragioni per essere antipub (Le cifre e i dati si riferiscono alla Francia):
* La pubblicità è dappertutto: muri, vestiti, fermate dell'autobus, televisione, radio, automobili, strade, campagna, metropolitana etc. Non vi da fastidio?
* La pubblicità sfigura i paesaggi: chiunque difenda ancora il sistema pubblicitario dopo aver visto questa foto, quest'altra o quest'altra ancora, è completamento estraneo a qualunque concetto di bellezza...
* La pubblicità imbruttisce le città: Ah Parigi! Le sue strade in pietra, le sue vecchie chiese, la sua architettura magnifica... e quelle pubblicità di prosciutto affettato, automobili del cazzo o gente in mutande ogni 50 metri.
* La pubblicità è illegale: più di un terzo di tutti i pannelli pubblicitari in Francia è illegale. Che fa la legge?
* La pubblicità è inevitabile: a meno di cavarsi gli occhi è impossibile non vedere i manifesti pubblicitari. Come per le sigarette, che alcuni le amino è forse una ragione democratica per obbligare tutti gli altri a subirle?
* La pubblicità è il braccio destro del capitalismo: permette di smaltire gli eccessi di produzione incoraggiandoci a consumare sempre più. Chiunque lotti contro il sistema neoliberale dovrebbe interessarsi all'antipubblicità.
* La pubblicità propaganda delle ideologie nefaste: culto dell'apparenza, competizione, sessismo. Battersi per una società più giusta, più egualitaria, dove ognuno può vivere senza curarsi dello sguardo altrui, vuol dire anche battersi contro chi veicola questi stereotipi grazie alla pubblicità.
* La pubblicità è un martellamento: cartelloni sovradimensionati, manifesti che ricoprono palazzi interi, dieci pubblicità identiche di seguito, tunnel pubblicitari di 20 minuti alla televisione ecc. Senza curarsi un secondo del nostro benessere e del nostro quadro di vita, i pubblicitari applicano a meraviglia la parola d'ordine di Adolf Hitler: "Ogni propaganda efficace deve limitarsi allo stretto indispensabile, poi esprimersi in poche formule stereotipate. Solo la ripetizione costante riuscirà a incidere un'idea nella memoria di una folla."
* I prospetti pubblicitari inquinano e infastidiscono: 42 kg di prospetti pubblicitari per anno e per cassetta postale, di cui il 99,99% finisce immediatamente nella spazzatura: benvenuto spreco!
* I prospetti pubblicitari ci costano cari: le finanze pubbliche spendono 110 milioni di euro in spese d'incenerimento ogni anno, mente i responsabili, cioè chi stampa questi scritti, non pagano nulla.
* I manifesti inquinano: ogni anno migliaia di tonnellate di carta, migliaia di litri di colla e soprattutto d'inchiostro tossico sono sprecati per... spiegarvi che dovete assolutamente possedere quel paio di scarpe da basket o che quel deodorante farà cadere tutte le ragazze ai vostri piedi.
* I pubblicitari ci prendono per dei coglioni: "Keep them simple and stupids", "I consumatori sono come degli scarafaggi", "Sappiamo che la pubblicità colpisce gli imbecilli. Ho scoperto che funziona anche con degli inebetiti profondi". Tutte queste citazioni, vere, provengono da pubblicitari.
* La pubblicità è un pericolo per la libertà di stampa: controlla i media finanziandoli, in ogni caso gli impedisce di pubblicare ogni cosa che possa infastidirli.
* La pubblicità è un vettore di mediocrità: spinge i media alla volgarità e al populismo per fare dell'audience e così poter ammucchiare più ricette pubblicitarie.
* La pubblicità fa dello spazio pubblico uno spazio di mercato
* I pubblicitari sono dei parassiti: avete voglia di yogurt, comprate uno yogurt. Avete bisogno di un maglione colorato, ne comprate uno. Avete voglia di cinema, consultate un programma. Volete conoscere le ultime novità tecnologiche, andate in un negozio specializzato o su internet. In breve: a che serve la pubblicità?
* La pubblicità non è gratuita: paghiamo il suo costo comprando più cari i prodotti che promuove.
* La pubblicità ci giudica e ci colpevolizza: troppo grasso, troppe rughe, non in forma, non abbronzato, ecc. La pubblicità non ha forse delle responsabilità verso le tantissime vittime di anoressia?
* La pubblicità non ha alcuna morale: che un prodotto sia utile o meno, inquinante o meno, nocivo o meno, dal momento che il committente paga, la pubblicità ne farà la promozione.
* La pubblicità nuoce alla democrazia: riducendo ogni pensiero a un semplice slogan, è tutta la vita politica che è messa in pericolo. Non si tratta più di convincere per la giustezza dei propri argomenti o programmi ma di farsi vedere il più possibile. La maggior parte dei partiti politici fa ormai appello ai pubblicitari.
* La pubblicità rende tristi: un individuo felice è chiaramente meno consumatore e il lavoro dei pubblicitari è frustrarlo per generare l'atto d'acquisto.
* La pubblicità uccide: pubblicità per l'alcool, sessiste, per il tabacco, sulle strade che aumenta il rischio di incidenti.
Etichette: Rassegna Stanca
6 Commenti:
Della Brigade Anti Pub mi avevi già parlato a Parigi, anche se in maniera sommaria. La trovo fantastica come forma di attivismo, e soprattutto mi piacciono molto le forme di boicottaggio attivo, scherzoso, delle invasive pubblicità (soprattutto il rapporto tra spazi della pubblicità e spazi reali, così come il gioco visivo che ne deriva). Quello che però mi lascia perplesso (ma in generale, non solo in questo caso) è la forma di serietà che sta dietro i proclami, e che ne detta i modi e le forme di espressione, una rigidità missionaria che trovo non solo pedante, ma addirittura disconnessa dalla realtà. Boh, sarà un'impressione, forse che come scherza Calvino "la psicologia non fa per l'uomo d'azione", e quindi la teorizzazione da parte di questi di una prassi - ripeto, molto giocosa - diventa inevitabilmente sclerotizzata.
In effetti l'attenzione agli spazi e ai loro rapporti è ammirevole, e hai ragione anche nel prendere le distanze dai toni. Ricorda però che il sito non è un organo ufficiale del movimento, che invece si nutre piuttosto di azioni soprattutto indipendenti. se riuscirò cercherò infatti di tradurre anche le scritte e le gag che vengono sovrapposte ai manifesti dato che sono loro le vere protagoniste del boicottaggio e il vettore più creativo. Dove proprio la loro creatività si contrappone all'irrigidimento dello slogan pubblicitario. Questa, è vero, come ogni tentativo di istituzionalizzazione di movimenti di strada, risulta già vecchio rispetto all'azione individuale che lo scatena. Ma la differenza rispetto ad altre forme di azione giovanile, clandestina e di strada, è che questa, mi sembra, è di marca più borghese e meno popolare, molto più "intellettualizzata" e politicizzata già nelle sue premesse.
Allora mi aspetto dei post di sole immagini con traduzione a seguire, proprio per non perdere quella "genuinità borghese". A te l'onere di conservazione del flusso linguistico.
ahia , ho voluto la bicicletta...
E adesso pedala
Così per curiosità guardatevi questa pubblicità che ho pubblicato sul mio blog
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page