10 maggio 2007

Geni nazionali - Repubblica Ceca #1

Siamo all’inizio del 2005, quando sulla scia di un noto programma inglese la televisione nazionale ceca bandisce un concorso per eleggere “il più grande ceco di tutti i tempi”. Al vertice della classifica, davanti a Václav Havel e Bedrich Smetana, a Franz Kafka e Gregor Johann Mendel, campeggia il nome di un personaggio ancora inspiegabilmente misconosciuto in Italia: Jára Cimrman. Scrittore e autore drammatico d’eccezione, filosofo, sciatore, ginecologo autodidatta, pedagogo dai metodi rivoluzionari e geniale inventore, paragonabile forse solo a Leonardo Da Vinci (“e con difficoltà”), secondo i detrattori Cimrman [pron. Zimerman] sarebbe però nient’altro che una mistificazione letteraria, un personaggio d’invenzione nato dalla fantasia di due attori praghesi, Jiři Šebánek e Zdenĕv Svĕrák.


Con la trita motivazione che “non esiste”, la česka televize ne ha quindi annunciato la squalifica dalla competizione – decisione duramente contestata dal pubblico ceco: alla notizia ufficiale dell’espulsione di Cimrman, gli studi dell’emittente televisiva sono stati letteralmente sommersi di lettere, fax, sms, telefonate di protesta, mentre una raccolta di firme su internet per la reintroduzione di Cimrman nel concorso sfiorava in pochi giorni le quarantamila adesioni.


Ma qui non si tratta soltanto dell’entusiasmo spontaneo di una nazione che si riconosce nell’ironia e nell’acume di una figura divenuta ormai simbolo della Repubblica Ceca. Gli Cimrmanologi insistono da anni nel sottolinearne la rilevanza storica e culturale, ammettendo di aver a che far con un vero e proprio genio incompreso le cui teorie hanno influenzato i più vasti campi del sapere, ben al di fuori dei meri confini nazionali. Tra i contributi di Cimrman sono da ricordare ad esempio la proposta del canale di Panama agli Stati Uniti (incluso un libretto d’opera con lo stesso titolo), la riforma del sistema scolastico in Galizia, l’introduzione dell’ostetricia in Svizzera nonostante l’ostilità delle condizioni alpine, l’istituzione di una scuola di criminologia, musica e balletto a Vienna, l’invenzione dello yoghurt e la creazione della filosofia dell’Esternismo (in opposizione alla più nota teoria epistemologica del Solipsismo: mentre i solipsisti credono che esista solo la loro individualità e nessun mondo esterno, Cimrman arriva all’idea secondo cui il mondo esterno esiste, solo l’io del filosofo no).
Notevole anche l’apporto dato da Cimrman alla letteratura e al teatro ceco, sebbene gran parte delle sue opere siano andate perdute e quelle rimaste non abbiamo mai avuto il successo che meritavano. I critici sono concordi nell’imputare gli scarsi riconoscimenti ricevuti da Cimrman in questo campo (come del resto in tutti gli altri) all’eccessiva modernità dei suoi metodi rispetto ai tempi: il che è in stridente contrasto con la genialità con cui Cimrman aiutò anche molti autori suoi contemporanei nei loro lavori, per esempio Anton Čechov (avvertendolo che due sorelle non erano abbastanza).


Ma è difficile far luce su una personalità tanto complessa e sfaccettata in questa sede: se quindi vi capitasse di andare a Praga, vi raccomandiamo una tappa al Teatro Jara Cimrman a Žižkov, uno dei più frequentati della città, o almeno al museo a lui dedicato vicino alla Petřin Tower – posto splendido, tra l’altro: e se proprio non avete voglia di salire fin su, potete sempre fermarvi a metà della collina e guardare Praga dall’alto stesi sotto qualcuno di quei mandorli (o ciliegi).

Daria

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6 Commenti:

Alle 5/10/2007 12:54:00 AM , Anonymous Anonimo ha detto...

inizio qui una breve rassegna in (forse) tre pezzi sulle cose notevoli della repubblica ceca venute fuori durante un viaggio lá; spero non saró cosí pigra da finirla dopo il primo post. ho cercato qualche video di Jara Cimrman almeno in inglese, ma purtroppo ne trovo solo in ceco (se qualcuno si orienta meglio nella rete, fatemi sapere)

 
Alle 5/10/2007 01:04:00 AM , Blogger Francesco ha detto...

l'esistenza è stata sempre sopravvalutata,

e poi come non riconoscere finalmente il vero Filosofo che incarna (?!) la sua filosofia negando se stesso

l''esternismo' è la mia nuova bussola, grazie Daria di avermelo fatto conoscere, ma soprattutto grazie a questo tizio, Jarc..., questo qui, polacco, no... ehm, ceco, insomma di questo ceco di cui ora non ricordo il nome ma che non potrò mai scordare, come d'altronde l'umanità tutta

video in inglese non ne ho trovati, ma personalmente la sua lingua è così brillante da essere comprensibile, comunque
qui c'è il suo materico e dialettico auto-busto

 
Alle 5/10/2007 07:09:00 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

Cara Daria mi hai subito fatto venire voglia di scrivere qualcosa di
simile; in realtà avevo già delle idee da tempo ma avevo rimandato.
Poichè mi piacerebbe far rientrare questi scritti sotto lo stesso
titolo del tuo, ti scoccia se lo modifico? tipo: "Geni nazionali: Repubblica Ceca #1" o una roba del genere. Io nella fattispecie sto pensando da un pò a due tipi greci, per cui potrei scrivere dei post dal titolo: "Geni nazionali: Grecia #n" e chiunque vorrà potrà aggiungere altri contributi del
genere (credo e spero che gli altri saranno stimolati a cercare testimonianze di altre personalità eccezionali ma semi sconosciute). Insomma, grazie
per aver lanciato la rubrica, fammi sapere cosa ne pensi.

p.s.: è una vera vergogna che nella lista dei candidati cechi non figuri anche l'immenso Jan Švankmajer.

 
Alle 5/11/2007 01:23:00 AM , Anonymous Anonimo ha detto...

acutissima osservazione, caro Francesco, come puó il filosofo che nega la sua esistenza “incarnare“ o anche solo affermare una teoria? É la stessa domanda che posero a Cimrman illustri pensatori suoi contemporanei, invitandolo a darne una spiegazione durante un congresso a Basel. Secondo Cimrman, il fatto che qualcosa non esista non significa che non sia percepibile, per esempio se in un foglio c´é un buco, tutti si accorgono che manca qualcosa: la realtá andrebbe quindi pensata come un tutto all´interno del quale manca l´io del filosofo (dopodiché viene detto qualcosa di assolutamente esilarante ma non ho mai capito bene cosa, perché i traduttori simultanei di cui mi avvalgo a questo punto vanno in panne).
quello che dici sulla lingua, invece, che si ha la sensazione di capirla, l´ho pensato anch´io, ma credo sia un effetto della becherovka o della birra di Plzeň, il ceco ha sette casi tra cui ancora l´ablativo strumentale e usa la r come vocale, é una lingua davvero inavvicinabile. Ma su questa questione sto ancora riflettendo, forse vi scriveró qualcosa in seguito.

Paolo: modifica pure, mi fa piacere se ti sono venute altre idee. In realtá peró non pensavo di continuare con questo genere di cose, il prossimo post lo avevo ipotizzato su Hrabal, che alcuni di voi credo abbiano giá letto (esiste). vedi tu.

 
Alle 5/11/2007 02:14:00 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

Tranquilla, neanche io pensavo di continuare su questo genere. L'accezione di genio pensavo di usarla in maniera meno "alta", ma non per questo meno interessante. Vedrete.

p.s.:Ma tu non stavi lì per studiare il tedesco?

 
Alle 5/16/2007 07:51:00 PM , Blogger Unknown ha detto...

(paolo, immagino che anche tu stia perdendo la vista sul rizzoli-larousse in questo momento..)

comunque no, in ceco non lo so purtroppo, ma mi sembra una lingua divertentissima - o per lo meno suona buffa come tutte le lingue con le declinazioni, prendono parole da altre lngue o parole internazionali e sembrano storpiarle (il ceco poi con tutte le desinenze in -u sembra sardo, stojí u autobusu, tipo)

 

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