07 maggio 2007

Una mattina mi son svegliato...

Mi ripeto dalla tristissima serata di ieri: che faccio, scrivo o non scrivo? Visto che la tremenda malattia del fancazzismo ha deciso di attaccarmi anche in Erasmus, anche in una delle capitali del mondo, che so bene che quando mi becca c'è poco da lamentarsi, bisogna solo aspettare che passi, visto che oggi è brutto tempo, visto che di studiare non se ne parla, viste tutte queste cose ho deciso alla fine di sì, di scrivervi qualche impressione sparsa e parziale sulle elezioni presidenziali appena concluse:

* Le maratone elettorali televisive francesi sono molto meno avvincenti delle nostre, anzi non si può proprio parlare di maratona: niente exit-poll o previsioni durante il pomeriggio, niente dichiarazioni, nessuna intervista, niente di niente. Le televisioni trasmettono i loro filmetti e i loro varietà come se niente fosse, poi intorno alle 19 UNO E UN SOLO canale inizia uno speciale in cui non ti comunicano niente di niente, a parte i dati sull'affluenza, fino alle 20:00:00 quando ti dicono chi ha vinto. Finito. Inizia il pacato dibattito in studio. Niente esultanze strozzate, rimonte dell'ultimo minuto, sondaggisti in preda al panico o giornalisti agitati, niente titoli sensazionali, niente patemi. Una bandiera tricolore che si alza e svela il volto del vincitore. Ci vediamo dopo la pubblicità, non cambiate canale.

* Il tutto reso più grottesco dal fatto che dall'estero si hanno delle previsioni attendibili già due ore e mezza prima. Nell'era di internet mi sembra francamente vetusto mantenere questo divieto di diffusione in patria. Visto anche che le tv svizzera, belga o monegasca, trasmettono anche su territorio francese o su satellite. In francese.

* Hai un bel dirti per le settimane che precedono che non c'è da farsi illusioni, che l'esito è scontato, che vincerà lui, ecc ecc. Quando effettivamente vince lui, ci rimani di merda, comunque.

* Démagolène è uscita una decina di minuti prima del risultato dal suo quartier generale (che qui chiamano QG, leggi cujé, perché se non abbreviano tutto, pure i nomi dei candidati, stanno male; è come se noi parlassimo di Berlù e Rut o Folly e Veltry. Su questa da abbreviazione e sulle altre manie della lingua francese in generale magari vi scriverò più ampiamente in seguito) con il più gran sorriso da quando si è candidata. A mio parere era sollevatissima. Quel sorriso faceva troppo il paio con la faccia contrita e spaventata che aveva dopo il passaggio del primo turno. Lì per la prima volta s'era resa conto che rischiava di vincere. Posso capirla, essere la prima donna ecc ecc. Dev'essere dura. Ha combattuto ad armi pari e gliene va dato atto. Ha fatto la voce grossa all'interno del PS e nelle dichiarazioni finali ha subito dato ad intendere di voler rimanere figura centrale della sinistra d'opposizione. Dove forse si trova meglio.

* Lui, il nano, è stato impeccabile. Se, come dicono in tanti, prima era davvero un esagitato in preda a tic nervosi e attacchi d'ira o dichiarazioni incontrollate, allora deve aver cominciato a calarsi qualcosa di veramente forte (tesi tra l'altro avvallata dai cattivissimi Guignols de l'info). Calmo, elegante, tranquillo, non s'è lasciato andare ad entusiasmi o esultanze manifeste, pareva quasi stanco. Ha subito teso la mano alla sconfitta ed invitato i suoi sostenitori (non vi dico le facce da stronzi) a fare altrettanto. Si è presentato subito come il presidente di tutti i francesi (ma dai, pensavo che si potesse scegliere chi presiedere!) e credo che gli sconfitti abbiamo pensato: già, purtroppo. Ha ribadito i punti del suo programma edulcorando un tantino quelli più discussi; a chi lo accusava di filo-americanismo ha risposto subito di non voler essere succube della casa bianca. A parole insomma l'ha raccontata benissimo. Staremo a vedere.

* E non credo si possa cominciare a giudicarlo dagli scontri di piazza che già verso le 22 cominciavano un pò dappertutto nel paese. La dinamica non è chiara (e qui ammetto la colpevolezza e la pigrizia, perché sarei potuto andare a controllare di persona, scoppiando i maggiori tafferugli parigini a 800 metri da casa mia) ma, a meno che la polizia non abbia fatto delle cariche ingiustificate, e non sembra per ora, mi sembra si sia trattato solo di "normale" amministrazione (discutibile, ma tant'è) di manifestazioni non autorizzate. La presenza di polizia era stata rafforzata, ma anche perché qualcuno, tra cui Démagolène, aveva azzardatamente parlato di rischio di sommosse. Non so davvero se siano partite per prime le pietre o i lacrimogeni. Vi farò sapere. Certo lascia perplessi dopo un'elezione dall'affluenza enorme (84%) e dall'esito chiaro e netto come questo.

* In televisione tutti i commentatori su toni molto pacati, tutti a farsi i complimenti a vicenda, a dire aspettiamo le legislative, anche a riderci un po' su. Clima conviviale. Unica voce fuori dal coro quella di Marine Le Pen, degna figlia del vecchio xenofobo, che le canta al neo vincitore e alla socialista. Amabile come sempre.

* Non c'è un cazzo da fare, pesa ammetterlo, ma l'inno francese è il più bello di tutti (anche se a cantarlo in coro sono le migliaia di sostenitori del cosiddetto e sedicente neogollista, quasi tutti provenienti da un certo milieu, se si leggono i dati dei diversi quartieri di Parigi, dove nel 16°, quello "bene", Sarkozy ha preso l'82%).

* Per una buona raccolta di link, informazioni e commenti andate qui.

Paolo

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1 Commenti:

Alle 5/07/2007 09:34:00 PM , Blogger Jean Lafitte ha detto...

a me piace di più questo di inno. musicalmente dico: http://nuovalibertalia.blogspot.com/2007/05/scusate-i-problemi-tecnici-tra-poco.html

... o quello tedesco

riguardo a quello francese.. ero in erasmus in spagna... ero con dei francesi quel giorno in cui abbiamo vinto il mondiale.;)

 

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