25 giugno 2007

Qualcuno pianga il Concilio

Dal blog Sassoscritto un intervento di Matteo Marchesini

Pare che la Madonna sia destinata a rimanere un’icona infausta per gli omosessuali bolognesi. Quando ottennero da Zangheri il Cassero, sulle sue mura rispuntò una lapide che dedicava la Porta Saragozza alla Vergine di San Luca: e a un tratto uno spazio utilizzato per decenni da associazioni di ogni tipo (operaie, sportive, fasciste) diventò un santuario da contendere ai «busoni». Oggi un titolo kitsch, brutto e vacuo come quelli di mille altri eventi attraverso cui l’industria culturale inganna chi ha più bisogno di riaffermare la propria identità, si trasforma in un casus belli gigantesco: messe riparatrici, richieste di dimissioni a sindaci e ministri, indagini giudiziarie. Eppure non è un caso serio come quello scatenato da monsignor Vecchi quando, dopo il pestaggio di due omosessuali, dichiarò che «la violenza è cugina della trasgressione». Ma per metter da parte i gay e restare al côté artistico, la notizia non riveste neanche l’interesse della fiacca polemica bipartisan sulla statua di Moana, che Wolfango sistemò a Natale nel presepe di Palazzo d’Accursio: statua che può offendere solo chi confonde la Bibbia con Radio Maria o chi non è mai entrato in una chiesa barocca. No, al centro degli sdegni odierni c’è appena una boutade subculturale. Eppure sembra un contrappasso, per una Chiesa la cui dottrina piange di continuo embrioni, ma riduce etica e fede a un prontuario in cui si sezionano i gesti d’amore secondo i termini spietati di una casistica più chirurgica che teologica. Detto ciò, se parlo di questa mediocre vicenda è perché ha riportato alla ribalta uno dei miei personaggi preferiti: l’ineffabile deputato di Forza Italia Garagnani, già celebre per aver denunciato ogni spettacolo in cui comparisse la parola “vagina”, con o senza santi, e per avere istituito un numero verde a cui gli studenti potevano denunciare i prof. ostili a Berlusconi. Non si può nemmeno dire che Garagnani riduca la religione alla ginecologia, che è comunque una disciplina dignitosa: semmai, la costringe nei sordidi uffici della Buoncostume. Dove si parla di secrezioni, lui c’è sempre: con accuse di vilipendio e aspersori branditi come manganelli. In ogni caso, dovendo descrivere il clima cittadino, direi che insieme al grande Alberigo Bologna ha seppellito quel che resta del Concilio Vaticano II.

Matteo Marchesini

Etichette:

1 Commenti:

Alle 7/15/2007 10:06:00 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

Cosa dovremmo fare coi cattolici alla Alberigo? Tabard si propone anche di dialogare coi grandi cattolici che a quella tradizione si rifanno?

Andrea

 

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page