23 ottobre 2008

Se non la realtà al Festival del film di Roma

L'auto segnalazione è triste ma tanto non ho mai brillato di umorismo, insomma da oggi e per i giorni a venire, trovate su Se non la realtà il Diario del vostro blogger infiltrato alla festa del film di Roma 2008. Ovvero il rutilante mondo dei cinematografari raccontato da uno che nemmeno sa cosa vuol dire rutilante. Nel continua del post vi copincollo un pezzo del pezzo di ieri, tutto dedicato ad Al Pacino - c'era solo lui - che intiero è troppo lungo. Intanto eccovi un paio di momenti pregni.

Momento cinephile (du role): vista in giro una bella maglietta gialla - addosso ad un tipo - con un sole stilizzato che sembrava 'na cosa orientale, con scritto sopra "La corazzata potemkin è una cagata pazzesca"

Momento de' sinistra (ovvero c'è rimasto solo il momento): alla passerella di gala della sera c'erano una cinquantina (so buono) di ragazzi de' sinistra, del centro sociale Horus appena sgomberato, che protestavano per i tagli alla scuola, alla cultura e per la chiusura del loro centro sociale, con annesso urlo «Alemanno pezzo di merda». La polizia è stata buona. Il pubblico se ne è abbastanza fregato. Ah, c'erano pure studenti universitari che protestavano, ma un po' in disparte.

Francesco

Innanzitutto, premetto, sì, quest'anno ci stanno i fascisti a comandare 'sta città e 'sto festival, ma ci vado lo stesso, che pare che stavolta mi potrò infiltrare un po' dove mi pare, proiezioni, conferenze, e forse addirittura qualche buffet - no vabbè, quelli no.

Allora, innanzitutto oggi - ieri per chi legge - è stata la giornata di inaugurazione, dedicata interamente ad Al Pacino, che ritirava un premio.

Alle 18 conferenza stampa, in cui il vostro infiltrato/inviato è riuscito ad accasciarsi sul pavimento per sentir conversare per un trequarti d'ora - pochino, effettivamente - questo piccolo (di statura) monumento del cinema americano, in completo nero e cravatta nera un po' slacciata. Scialbe domande da giornalisti di importanti testate quali "Primissima", "Primissima.com.it", "Radio Svizzera", "Il messagero", una qualche tv portoghese con il suo giornalista eccitato e soprattutto una giornalista che si è detta di Radio Rai, anzi di Radio 2 Rai ed anche del "Quotidano del Nord", o "Nazionale" che non ho capito bene. E già 'sta cosa andrebbe approfondita ché io vorrei capire se uno che lavora per la radio pubblica possa mai lavorare pure per qualche altro fogliaccio locale di destra (sì, i nomi dei due ipotetici giornali che mi ricordo suonano di destra). Poi magari scopro che è una povera praticante/precaria, sfruttata, etc etc. e mi commuovo un po', ma non faceva comunque 'na bella impressione. Comunque i big, roba tipo le tv od i quotidiani a maggiore diffusione, non hanno fatto manco 'na domanda in conferenza, cosa per me non addetto ai lavori molto strana. E comunque 'sti giornalisti - dentro eravamo in realtà un po' cani e porci - non è che si affannassero troppo o scalpitassero per fare una domanda, anzi. Per lo meno non scalpitavano tanto quanto a fine conferenza, quando hanno assalito il palco, sovrastando anche le pur prontissime ragazzine - un badge non si nega a nessuno - tutti in cerca di un autografo su pezzi di carta, taccuini ed affini. E Pacino è stato al gioco, ne avrà firmati un centinaio buono - alla sera, all'incontro col pubblico, ne avrà fatti tre a dirne tanti. Insomma i giornalisti son decisamente dei ragazzini scalmanati, che per altro non sanno manco l'inglese visto che tutti o quasi avevano le cuffiette per la traduzione.

Ma veniamo ad Al Pacino. Innanzitutto è un fico, che magari ve lo stavate chiedendo, ed io ve lo dico, visto da vicino è tappetto e un po' vecchio ma abbastanza un fico. E poi ci sa fare, sveglio, grande calma, discreto repertorio di battute, buone pause, intelligente, con impeto teatrale e poca sintesi cinematografica. C'aveva 'na discreta voglia di parlare, gli hanno chiesto un po' di tutto, partendo dal suo rapporto con l'Actors Studio (è qui in qualità di suo presidente). Io, le cose che mi han colpito di più, son state innanzitutto il suo dire che il grande ed unico consiglio che gli ha dato il maestro Strassberg quando recitarono assieme è "devi conoscere le tue battute, devi conoscere le tue battute", nulla di più, nulla di meno, e poi il suo ripetere più volte che lo sviluppo del personaggio è un fatto «consciously and unconsciously», e calcava parecchio unconsciously, con la sua voce non particolarmente profonda, a volte quasi sottile ed un po' stridula. Ed era bello il suono di quel unconsciously. E diceva che l'unconsciously lui lo trova, senza saperlo, soprattutto nelle prove[...]


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1 Commenti:

Alle 11/21/2008 05:14:00 PM , Blogger Via Rigattieri ha detto...

splendido diario, confermiamo noi

 

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