18 giugno 2008

Il rovescio della piazza: la piazza silenziosa


Segnalo un piccolo contributo scritto per Griselda-Repubblica.it (ed. Bologna). Eugenio

C’è una rozzezza nella visibilità dell’alzata dei confini, delle barriere divisorie, delle separazioni. Nuovi fili spinati, quasi un ritorno a una biopolitica sfacciata e pesantemente materiale, nell’epoca del luogo comune della smaterializzazione.

C’è una rozzezza nel rendersi visibile, fisico del controllo. Nell’epoca della raffinatezza e impercettibilità dei dispositivi e dei discorsi dell’ordine sociale, una sfrontatezza nell’uso della parola divisoria. Nel tentativo dell’annullamento della piazza e del contatto.

La piazza come possibilità di incontro e di urto, di rielaborazione dei dialoghi tra le persone, di conflitto e proliferazione della parola e dei discorsi, di evoluzione delle lingue, dei comportamenti. Questa piazza da sempre anche pericolosa. Luogo del molteplice per antonomasia. Ma non del caos. Il molteplice dialogico. Controllato, dall’arguzia del controllo. Da secoli.

È possibile stabilire un ordine nella molteplicità... (continua a leggere)

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