Caro Émile: (una parentesi di leggerezza)
In una pausa studio, finito di rileggere il saggio di Benveniste sulla - tra le altre cose - correlazione di soggettività “io-tu”, fuso dopo ore saltimbeccate tra un poco di Agamben, un poco di Flatus vocis e un poco di sparsi poeti in sparso ordine, mi pauso la sigaretta nel cortile di Vicolo Bolognetti.
Lì (adorato shifter) bambini delle elementari se la ballavano in gruppo, a suon di bongo, un tentativo di ballo africano: tutt’intorno, il parentame. Non solo era molto divertente, il tutto - e salvifico, per la mia mente che un po’ se la iniziava a spasseggiare - ma, vi dico - mi dico:
ci stava: pura estroversione del corpo (a cui, per esempio, io da bambino non sono stato educato mai, tant’è vero che poi ho scoperto i rave); allo stesso tempo: estroversione ritmata e controllata in gruppo: ruolo e spazio dipendevano da quelli dell’altro (le prossemiche, le distanze sociali, fatte salve pur nell’estro-vertere); ci stava un ritmo e una cultura che (rim)andava all’altro; ci saranno stati giorni di preparazione e di educazione al corpo: divertiti: (immagino);
ma, ‘tenti: era solo estroversione del corpo: i bambini non dovevano, evidentemente, parlare né sgridare, solo respirare: in una parte della dinamica coreografica i bambini si buttavano tutti giù per terra szittendo: «ssshhhhh»: ci stava pure il gioco del silenzio quindi (quello sì, ce l’ho pure io da bambino);
poi, nel crescendo regolato, il battere accelerava e tutti insieme (mi) esasperano la vertigine in un circolo a mani alzate e poi, come da scaletta, si liberano dalla scaletta, gridando a scelta e gironzolando estrovertendosi a libero arbitrio, infrangendo e rifrangendo prossemiche, rigirandosi e aritmando ed espettorando, fino agli ultimi battiti, che li sbatton lì fermi, in tensione, nell’applauso al disordine:
ecco, sì, si può educare al disordine?
: svolgesi poi dentro di me seguente dialogo:
- Si tratta, evidentemente, di un “noi” inclusivo.
- Ma vafanguuulo!
Ecco: un poco oppresso poi mi rileggo Le relazioni di tempo nel verbo francese
E.
Etichette: Bâtard
1 Commenti:
Si vede che dopo tanta "intasatura teorica" ti mancava la tua bella prosetta. Bentornato :)
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