09 dicembre 2007

narrazioni


Avevo un programma implicito, un anno fa. Quello di sprogrammare. Di riempirmi di frammentucoli mai riordinati. Di appuntare frasi e pezzetti di vite, esperienze rivoltanti, che ti rivoltano, lasciate lì nel flusso di un tempo iperaccelerato. Senza tornarci mai. Ancora una volta, senza dare «ordine» al «discorso», senza un discorso. Se scrivevo, se inviavo mail, raccontavo aneddoti (e pure così subito li fossilizzavo) ma totalmente svuotati di un senso che non volevo braccare. Per riconfigurare un senso di un’esperienza, abbiamo bisogno di una narrazione. Il tempo che stride nel suo fiotto vitale va riconfigurato nel tempo stretto e formalizzante del sé narrativizzato. Se esistono delle identità, queste sono identità narrative. Volevo sfuggire la mia (solita) Narrazione. I miei taccuini sono pieni di promemoria deliberatamente abbandonati. A un anno di distanza, ho riconfigurato sensi, ma sono pienamente soddisfatto della loro irresolutezza e superficialità.
Scrivo questo, spinto da un “appunto” di Tiziano Scarpa pubblicato poco fa su Il primo amore. Qui sotto ve lo riporto. A volte, per periodi di tempo circoscritti, la vita può essere programmaticamente un’annotazione smozzicata, in modo che crei delle forme nuove, per così dire parallele alle tue Forme solite:

Promemoria.

Tiziano Scarpa

Vado verso il deposito bagagli, un taxi inchioda per non uccidermi, mi viene in mente quella volta che sono capitato per caso a sant'Ignazio, a Roma, mi aveva suscitato un pensiero, non so più quale, l'avevo trascritto su un taccuino ripromettendomi di ritornarci per approfondire. Saranno passati cinque anni, nel frattempo ho continuato a prendere una quantità di altri appunti in giro per il mondo riproponendomi immancabilmente di tornare su ciascuno di essi per documentarmi meglio, fare mente locale più attentamente, stendere qualcosa di più accurato. Ma quando dedicarsi fino in fondo a un pensiero, se non nel momento in cui nasce? Morirò ripromettendomi di reincarnarmi, o almeno trovare una collocazione nell'aldilà: non per altro: per sviluppare tutti gli abbozzi che ho vissuto. La vita come promemoria – puntualmente trascurato (siamo scarabocchi presi di passaggio, annotazioni smozzicate, non ci si torna sopra mai più ecc.) (ricordarsi di articolare meglio questo appunto).


Eugenio

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