04 aprile 2007

La plausibile negabilità (o Essere nel posto sbagliato al momento giusto) (o Cosa fa veramente Gianni Motti?)

C'è un tizio. È questo nella foto. È un cazzone eccezionale. È italiano ma, come spesso capita, in Italia non lo conosce quasi nessuno (basta gettare un occhio alla desolante pagina di Wikipedia). A scrivere il suo nome su un motore di ricerca se ne cava poco. Io però l'ho incontrato al Palais de Tokyo qualche tempo fa, mentre faceva il conto alla rovescia partendo da 5 miliardi. Si chiama Gianni Motti, vive a Ginevra e conduce una vita esemplare.

Situazionista? Attivista? Performer? Un idiota? L'etichettamento non mi è mai riuscito né piaciuto molto, quindi lascio i punti interrogativi appesi lì dove sono. Gianni Motti è uno che deve divertirsi un sacco. È un artista senz'arte, o meglio, fuori dall'arte, beato lui. È un artista senza linguaggio. Usa la stampa, qualche fotografia, se stesso, soprattutto se stesso, il tempo, lo spazio, la provocazione e noi tutti e le nostre aspettative e i nostri sistemi di valori. Sfrutta la credibilità dei media per dare autenticità alla sua arte. Impasta linguaggi e forme, la burocrazia con la magia, la goliardata con la protesta, manipola le situazioni più normali e così facendo rompe e desacralizza i riti. Fa quello che deve, o dovrebbe, fare l'arte per essere considerata contemporanea (no?): decontestualizza.

La poca fama che ha in Italia credo sia dovuta soprattutto all'esposizione di una saponetta ottenuta, a suo dire, dal grasso della liposuzione che Berlusconi fece in una clinica svizzera. Opera assolutamente insufficiente a far capire cosa fa veramente Gianni Motti (cosa fa veramente Gianni Motti?). Con lui la definizione d'arte non è mai stata così sottile, né così divertente.
Dato che descriverlo è compito arduo, visto che lui stesso ha lavorato per renderlo tale, vi riporto qui alcune delle sue opere. E visto che sono opere senza linguaggio, o con diversi linguaggi al loro interno, sono ben traducibili, fatte apposta per essere raccontate e riportate, senza rischio d'infedeltà.


* Il 29 luglio 1989 a Vigo, in Spagna, appare tra i necrologi quello di Gianni Motti. Il corteo funebre con bara aperta si incanala nella processione per la festa di Santa Maria e ne diviene parte centrale. Al cimitero, vicino alla fossa, il morto si alza e scappa inseguito dalla folla di fedeli che gridano al miracolo. Pezzi della bara verranno venduti all'asta come reliquie.

* Il 28 giugno 1992 Gianni Motti rivendica la paternità del terremoto che ha colpito la California. Nel 1994 e nel '96 rivendica anche le scosse sismiche che hanno colpito la zona francese Rhône-Alpes inviando alle agenzie di stampa delle fotografie in cui tiene in mano cartelli con su scritti comunicati del genere:
«Genève 14/12/1994
Je revendique le tremblement de terre qui a frappé la region Rhône-Alpes et qui a atteint une magnitude de 4,5 à 4,8 sur l'echelle de Richter».
Farà lo stesso per eclissi e piogge di meteore, diramando stavolta appositi inviti alle sue esposizioni, essendo questi eventi prevedibili.

* Nell'agosto del 1995, il Centre d'Art di Neuchâtel gli chiede un pezzo supplementare per la propria esposizione. Motti si infiltra allora nella squadra di calcio Neuchâtel Xamax in occasione della partita di serie A svizzera contro gli Young Boys. Dopo il riscaldamento e il saluto al pubblico, Motti si accomoda in panchina.

* Nel 1997 Sebastien Pecques, uno studente della École des Beaux-Arts di Grenoble, vince una borsa di studio che gli permette di passare un semestre insieme ad un artista di sua scelta. Sebastien decide per Motti. Motti usa i soldi della borsa per mandare lo studente in giro per il mondo alla sola condizione di indossare sempre una maglietta con su scritto "GIANNI MOTTI ASSISTANT". La maglietta diventerà leggendaria e comincerà ad essere indossata dalla gente più diversa (soprattutto nel movimento no-global e affini).

* Nel 1996 al Centre National d'Art di Grenoble, per l'esposizione Autoreverse, Gianni Motti ha uno spazio a lui dedicato. Il visitatore che apre la porta che dà accesso alla sua sezione si ritrova in una sala d'attesa di uno studio psichiatrico. Nello studio c'è Motti che analizza i pazienti/visitatori e che rilascia certificati firmati. Nel 1997 questa performance intitoltata Psy Room, viene invitata in Colombia. Qui la maggior parte degli spettatori che Motti analizza rivelano che la fonte principale delle loro frustrazioni è il presidente Ernesto Samper. Motti invita il presidente ad una visita gratuita, invito che ovviamente cadrà nel vuoto. L'artista decide allora di andare lui dal presidente e il quotidiano nazionale El Espectador lo pubblicizza:
«NADA POR LA FUERZA, TODO CON LA MENTE
Hoy, a la 1:00 p.m. en punto, frente al Palacio de Nariño, Gianni Motti, artista italiano, se comunicará telepáticamente con el presidente Ernesto Samper Pizano. Otras artistas colombianos estarán fisica y mentalmente en el encuentro. También están invitados todos aquellos que lo consideren oportuno. La palabra clave para participar en la comunicación mental es: ¡DIMITA!»

* Il 7 novembre 1997 interviene all'assemblea dell'ONU al posto dell'assente delegato indonesiano. Prende la parola in favore delle minoranze etniche. Alcuni delegati delle popolazioni indo-americane lo appoggiano abbandonando l'aula per protesta. La seduta verrà sospesa.

* Nel 2000, in occasione del Mixing memory and desire del Neues Kunstmuseum di Lucerna, Motti apparirà nel corso di una settimana in diverse foto del giornale Neue Luzerner Zeitung. Dopo qualche giorno i lettori chiameranno massicciamente la redazione per chiedere chi fosse quel tipo in maglietta a righe che appariva in secondo o terzo piano nelle foto più disparate.

* Nel 2002, all'Helmhaus di Zurigo, nasconde insieme al collega Christoph Büchel e seguito da un notaio, un assegno da 50mila franchi svizzeri, cioè il budget assegnatogli per la mostra, nella galleria vuota e indice una caccia al tesoro tra gli spettatori. Il sindaco farà chiudere l'esibizione subito dopo l'inaugurazione.

* Nel 2003, alla Galleria Artra di Milano, rinchiude tre tizi in gabbia.

* Nel 2004, in occasione della visita di Bush a Parigi per l'anniversario dello sbarco in Normandia, Motti prende posto tra gli spettatori della semifinale del torneo di tennis Roland Garros indossando una busta gialla in testa in segno di protesta verso le torture dei prigionieri di Abu Graïb. (nella foto è quel quadratino giallo, un cm alla destra del giocatore)

* Sempre nel 2004, al Migros Museum für Gegenwartskunst di Zurigo, viene organizzata una sua retrospettiva. Motti fa allestire nel museo 600 metri di percorso totalmente vuoto.

* Aspettiamo sue nuove.


Paolo

links: qui e qui

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4 Commenti:

Alle 5/02/2007 04:03:00 PM , Blogger rub ha detto...

Grande Gianni Motti!
Sto scrivendo una tesi di laurea su di lui. Ho avuto modo di conoscerlo a Trento (galleria civica) a inizio anno, potete trovare il resoconto della performance che fece per l'occasione su:

rubinetto.blogspot.com
etichetta: I love Gianni Motti

baci

 
Alle 8/23/2009 10:21:00 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

Non sarà mica lui il Motti eletto al Parlamento Europeo??

 
Alle 11/11/2009 08:25:00 AM , Anonymous Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny

 
Alle 11/11/2009 08:32:00 AM , Anonymous Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e

 

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