01 aprile 2009

BARTLEBY NON ERA ANTAGONISTA - BARLEBY É ANTAGONISTA!


Se non si vuole, o non si puó, suonare il piffero per la rivoluzione, non si pretenda peró, allo stesso tempo, mettere il puntino sulle i alle dichiarazioni e ai posizionamenti dei movimenti...  

É una posizione piú che ragionevole, sí...

E cosí, la decisione dell'Onda di chiamare Bartleby il nuovo spazio liberato di via Capo di Lucca 30, Bologna, potrebbe smuovere le viscere di una critica trinariciuta, e anche quelle di una critica militante (...perché no?) ugualmente stantia e ugualmente trinariciuta.

Intitolare uno spazio-laboratorio allo scrivano piú famoso della storia della letteratura, identificato con la sua frasetta succinta, ma assai potente (anzi, frutto di un annullamento talmente radicale da originare una potenza pura, assoluta, stando ad Agamben): “Preferirei di no.” (I would prefer not to.) é segno indelebile della riuscita penetrazione mitologica di questa costruzione letteraria e sua piú sinistra manipolazione: effetto di un abbassamento, di un appiattimento, di un'appropriazione linguistica con sfumature di schiavismo, di annichilimento.

...Bartleby trasformato in un antagonista radicale, insomma? No. (..No, perdinci!)

Ed é questo, malgrado tutto, il punto dove l'operazione colpisce nel segno, articolando, nel proprio piccolo, un nuovo immaginario.

Bartleby non é un antagonista, perché Bartleby non dice, o non dice soltanto: “Preferirei di no”. La sua lotta contro il sistema non é affatto una lotta: é lo sfondamento nel metafisico che toglie ragioni all'esistenza dell'ordine, di un qualsiasi ordine - cui, peraltro, Bartleby avrá l’onore e l’onere di non poter, di non dover tornare.

Bartleby, insomma, é qualcosa di diverso, e per fortuna.
(Per la fortuna, nel caso specifico, delle mie tre narici...)
 
E in ogni caso, l'operazione metonimica che ce lo rende ora compagno di viaggio rende conto anche della possibilitá di nuova interpretazione, di una manipolazione creativa che liberando (dalla schiavitú dell’inutilizzo e dell’abbandono della Grande Madre Universitá) nuovi spazi garantisce il proseguimento e la riarticolazione della protesta dell'Onda, togliendo mordente a chi parla di Guerriglia per poter giustificare la Repressione, a chi instaura, ha gia’ instaurato forme di potere autoritarie.

Passi, quindi, la reazione violenta sul nostro, di immaginario: questo Bartleby ricorda un altro Bartleby che in qualche modo ce l’ha fatta.
E questa Onda ricorda un’altra onda che in qualche modo ha passato la nuttata, ha passato l'inverno e, schiumando via l'immagine stessa di onda che le si é applicata, untuosamente, si appresta a muoversi anche in primavera, e soprattutto in estate.

(Bartleby é uno dei ggiovani, i ggiovani dell’esercito del surf? Forse...)

Lorenzo

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