30 marzo 2009

derelitti e delle pene...


Il 14 febbraio scorso, al parco della Caffarella di Roma, si è consumato un crimine efferato quanto odioso. Una coppia di adolescenti, appartatasi a festeggiare con effusioni il proprio san Valentino, è stata rapinata: come tutti sanno, lui ha subito un pestaggio gratuito, mentre lei, appena quattordicenne, è stata violentata da entrambi i banditi.
Un mese e mezzo prima la capitale era stata teatro di un altro (presunto) caso di stupro. Il 1 gennaio una giovane ragazza ha denunciato di essere stata violentata durante i festeggiamenti per la notte di san Silvestro.
I due episodi non sono collegati tra di loro, se non per la tipologia di reato e per la reazione che hanno suscitato nell'opinione pubblica.
I due rom fermati per il primo delitto hanno rischiato il linciaggio al momento dell'arresto. Due esponenti del Partito Radicale, la parlamentare Rita Bernardini e Sergio d’Elia, hanno ricevuto centinaia di mail di scherno, ingiurie e minacce per essere andati ad appurare se era veritiera la segnalazione loro pervenuta, la quale sosteneva che i due indagati erano stati malmenati, forse dalla polizia romena, in occasione degli interrogatori. Il loro gesto di attenzione umanitaria e di vigilanza del rispetto della legge era parso inammissibile agli occhi di quanti, a una coppia di stupratori, non riconosceva più diritti o garanzie.
Circa un mese dopo, però, il test del Dna ha completamente scagionato i due arrestati, mentre altre evidenze investigative, relative la ricettazione dei cellulari sottratti alla sventurata coppia di fidanzatini, portava nella direzione di altri due romeni.
Per quanto riguarda il caso della notte di san Silvestro, la vicenda ha assunto connotati tragicomici. Pare che la violenza non ci sia stata, ma che la ragazza, consenziente, sarebbe stata sì percossa, ma per aver deriso il partner incapace di raggiungere una congrua erezione.
Ribadiamo: lo stupro pare non esserci stato. Eppure, quando all'indagato (il mostro!) vennero concessi gli arresti domiciliari, si levò una tale ondata di sdegno che la Lega riuscì a far introdurre nel pacchetto sicurezza che agli inquisiti per violenza sessuale non fossero concesse misure di detenzione alternative al carcere.
Questo centrodestra, guidato dalla Lega in materia di populismo, cavalca senza reticenze l'umorale giustizialismo che prende parte della popolazione di fronte a questa tipologia di reati. Gli esponenti politici dell'attuale maggioranza non dimostrano nessuna fretta nell'indagare e punire dirigenti rei di bancarotta fraudolenta o corruzione, ma, quando si parla di crimini violenti, specialmente se contro donne o bambini, non hanno alcuna pietà.
Intimorisce, però, che anche il centrosinistra (quello rappresentato in parlamento, per lo meno) non sembra immune dalla deriva giustizialista. In special modo l'Italia dei Valori dell'onorevole Di Pietro, su questi temi, si afferma su posizioni molto simili a quelle dei colleghi della maggioranza.
I due episodi presi in esame, però, dimostrano che il garantismo non è un valore politico, bensì di civiltà. Il rispetto della procedura penale e dei diritti del cittadino inquisito, in una democrazia matura, dovrebbero essere condivisi da tutti i partiti di governo, mentre il giustizialismo dovrebbe essere relegato agli strepiti populisti delle sigle minoritarie.
Ci si aspetta, quindi, che una certa classe politica si ricordi che la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, insieme ai limiti nell'impiego della custodia cautelare (per non parlare di principi più ampi, quale il valore stesso da attribuire alla pena), non sono luoghi comuni buonisti, ma fanno parte della Costituzione.
Molte, troppe persone, sciaguratamente, quando vengono commessi certi delitti pensano solo ad accarezzare il calcio della pistola. I presunti colpevoli (specie se stranieri, soprattutto se clandestini) non hanno più diritti, neanche quelli cosiddetti inalienabili, mentre la carità cristiana va a farsi fottere.
Che i nostri politici smettano di seguire i peggiori umori della folla per rincorrere il facile consenso. Rileggano, piuttosto, a partire da "dei delitti e delle pene" del Beccaria, i testi che fondano il moderno diritto penale.


Roberto

2 Commenti:

Alle 4/01/2009 08:48:00 PM , Blogger lorenzo.mari ha detto...

Dei relitti del pene:

d'accordo su tutto, in generale... soprattutto sul fatto - che d'altronde gia' si era constatato, su questo blog - che il giustizialismo di dipietro e altre caratteristiche del suo partito ne farebbero un partito di destra, moderato, e non di sinistra (addirittura "piu' a sinistra" dell'altro??), in un altro paese...

Un'argomentazione strana, pero', quella sulle percosse che non sono stupro e quindi sono una violenza (implicitamente definita come)trascurabile, non trovi?

 
Alle 4/02/2009 07:51:00 PM , Anonymous Roberto ha detto...

non era mia intenzione definire le lesioni un reato trascurabile, ma sottolineare che, da un punti di vista della rilevanza penale, è un reato minore...
Ma non è questo un passaggio fondamentale (anche perché le indagini non sono concluse, quindi il processo potrebbe definire il reo stupratore tout court). Piuttosto, volevo puntare sul fatto che un partito di maggioranza ha introdotto una nuova disposizione sugli indagati per violenza sessuale partendo da un episodio di cronaca in cui neanche è acclarato che cosa sia successo...

 

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