Un caffé (e anche di più) per tutti i '68 che non ha fatto
Io se leggo un appello di Marco Paolini sul Corriere della Sera alla domenica al bar davanti a caffé e brioche di solito ci credo.
Che volete, sono fatto così.
L’appello di ieri, domenica 14 settembre, diceva: “Salvate il poeta Federico Tavan”. Ed era più grande degli altri titoli, di uno che era monarchico-mondano: “Tanti balli e omissis in casa Savoia” e di uno che era ideologico-reverenziale: “Allam, Appelfeld e Vitali: il “Boccaccio” della tolleranza”.
Il titolo di Paolini era bello grosso. Meno male! Quello della tolleranza non mi piaceva poi molto...
E poi era anche un bel pezzo, quello di Paolini, si vede che il tizio è il migliore, in giro, a recitare, che ci ha la verve, e il carisma, anche. Eppoi è sempre in TV e questo non può succedere mica per niente: lui ha trovato la via per riportare il teatro in tv, grazie a Dio, che ci voleva, un po’ di cultura...
Insomma, dicevo. Anzi, era Marco Paolini che diceva questo: che ha un amico che è un poeta, che è un matto, che questo amico in questo periodo non se la passa proprio bene bene. Si chiama Federico Tavan, l’amico, è friulano e scrive in friulano (che è più una lingua che un dialetto, come mi ha spiegato una ragazza friulana, ieri, sempre al bar; guardava il giornale al di sopra della mia spalla). E siccome Federico Tavan non se la passa proprio bene, gli servono dei soldi per campare e il vitalizio Bacchelli come soluzione non sarebbe, ecco, malaccio.
Molti amici suoi, tra cui Paolini, e anche non amici, ma del giro, hanno firmato un appello per dargli il Bacchelli. Ci stanno Carlo Ginzburg, Peter Handke, Jacques Le Goff, Predrag Matvejevic, Carlos Montemayor, Carlo Magris, Paco Ignacio Taibo II... Carlo Magris ha anche scritto questo, per Tavan: “Federico Tavan è il poeta maudit, trasgressivo-innocente, socialmente irregolare e indigesto, segnato da emarginazioni e incline, come molti autori del suo stampo, a farne uno stile ostentato di vita, ma capace di scendere al fondo delle parole e di andare a picco nel disagio.”
Tipo Alda Merini, insomma, ma senza Vincenzo Mollica in mezzo ai coglioni.
Senza la spettacolarizzazione.
Tipo Dino Campana, ma remixato con Pasolini (Pier Paolo é di Casarsa, dice la ragazza friulana, che ne sa, di ‘ste cose.)
Che bello... Allora traggo conclusioni.
I poeti xé tuti mati. E gli scemi del villaggio son sempre dei saggi, e dei santi bevitori.
Che bello. Anche se sono due generalizzazioni, magari per Tavan valgono.
Oppure vale solo il parallelo – con i dovuti distinguo – con Alda Merini e Dino Campana.
E allora dateglielo, per una o per l’altra cosa, il Bacchelli, mi dico.
Lo dico, con gli occhi, alla ragazza friulana.
Poi torno a casa, neanche faccio da mangiare, e vado su Internet e trovo questa poesia, cercando ‘Federico+Tavan+poesia’ su Google (mi sento un po’ uno stupido a cercare un tizio su Google, sapendo che c’è una ragazza friulana che è sua vicina di casa, praticamente, e che l’ho incontrata oggi al bar, leggeva il giornale al di sopra della mia spalla, ma insomma...)
In questa poesia, Tavan usa l’espressione ‘poesie del cazzo’ dopo l’espressione ‘montagne di silenzi’. A Tavan i suicidi “non sono venuti bene”. Dice di non averne mai fatto, dei ’68. Probabilmente, non ne ha mai fatto, né dei ’68 che giravano fino all’altro giorno né dei ’68 che girano oggi. Dei ’68 molto diversi.
Forse sovrainterpreto, ma non sono un gran lettore di poesia.
Ma un caffé glielo offrirei.
E anche il vitalizio, dov’è che si deve firmare che firmo anch’io.
Un caffé soprattutto gli offrirei, a lui e ai miei amici, tra cui la ragazza friulana.
Lorenzo Mari
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Di montagne di silenzi
di poesie del cazzo
di donne che non mi hanno voluto
di '68 che non ho fatto
Di montagne di amici
che non mi hanno più scritto
di suicidi non venuti bene
non mi resta niente.
Mi sono solo un po' ingrassato
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Federico Tavan
Etichette: Rassegna Stanca
3 Commenti:
"Tipo Alda Merini, insomma, ma senza Vincenzo Mollica in mezzo ai coglioni". Genio.
beh, direi che tabard può appoggiare in via ufficiale la candidatura del Tavan al vitalizio Bacchelli... oltretutto non possiamo dimenticare le profonde radici friulane (e direi quasi carsiche) della nostra rivista...
E poi abbiamo l'illustre precedente del nostro Benjamino che gode del Bacchelli già dal 2001...
La "Bacchelli" a Tavan è stata concessa ieri, 28 novembre.
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