Tabard n° 6
Il Black Album di Tabard. Nuova grafica, nuovi contenuti, una tappa importante nel percorso di rinnovamento che abbiamo intrapreso tempo fa. La riflessione sul declino è la naturale continuazione di quella sul postmoderno e sulla metropoli contemporanea. Ciò che è rimasto intatto è il metodo d'indagine, sempre molteplice, labirintico, provocatorio, alternato su diversi piani e punti di vista, in una parola: tabardiano. La scrittura cerca di essere più leggera e il tono meno accademico. La svolta grafica è segnata in primis dal colore della copertina, stavolta nero contro l'usuale bianco, ma in realtà porta con sé numerosi e significativi cambiamenti: un carattere tipografico meno convenzionale e più nostro, l'abbandono dei quadretti (un'emancipazione dal quadernetto infantile?), un alleggerimento dell'apparato delle note (che puntiamo a snellire sempre più), una marcata divisione in rubriche tematiche per le quali abbiamo coniato un nome che speriamo aiuti la lettura e l'identificazione presso i lettori (la più innovativa e attesa delle quali è Opera gallegiante, dove cominciamo finalmente a proporre nostre opere letterarie), l'indice anche in ultima pagina come rapido riassunto. Continuiamo la scelta di proporre parallelamente ai testi uno o più percorsi fotografici coerenti con le nostre ricerche. Ci auguriamo che le tanto sudate modifiche cartacee trovino presto anche un riflesso qui sul blog. Il pdf sarà a breve disponibile sul sito e vi comunicheremo le librerie dove trovare la versione cartacea. Se proprio non ce la fate ad aspettare scrivete alla mail di redazione. Ogni commento è come sempre ben accetto su queste pagine. Per ora i primi a poterselo sfogliare sono i fortunati ospiti dello scorso martedì tabardiano e i visitatori di Birra. Buona lettura.
Etichette: The Rivista Connection
2 Commenti:
lo voglio!
con una presentazione così Letta avrebbe vinto le primarie
Io c'ero. E l'ho presa.
Saprò dirvi.
DC
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