L'ultima infedeltà
Nel pomeriggio, perso nel "tedioso" corso di formazione che precede l'inizio vero e proprio del mio servizio civile (quanto vorrei che Napolitano fosse con me in questi giorni!), ripensavo a questa poesia di Gozzano. Ho pensato di ricordarla a chi già la conosce (e i Tabardiani che ne sanno qualcosa sono in molti) e magari di presentarla a chi invece ancora frequenta questo blog (se qualcuno è rimasto dopo la penosa inattività degli ultimi tempi).
Vittorio
L'ultima infedeltà
Dolce tristezza, pur t'aveva seco,
non è molt'anni, il pallido bambino
sbocconcellante la merenda, chino
sul tedioso compito di greco...
Più tardi seco t'ebbe in suo cammino
sentimentale, adolescente cieco
di desiderio, se giungeva l'eco
d'una voce, d'un passo femminino.
Oggi pur la tristezza si dilegua
per sempre da quest'anima corrosa
dove un riso amarissimo persiste,
un riso che mi torce senza tregua
la bocca... Ah! veramente non so cosa
più triste che non più essere triste!
Guido Gozzano
Etichette: Bâtard
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