17 settembre 2006

Sentenze gramsciane

Volevo sottoporre alla Vostra attenzione alcune sentenze del Gramsci "togliattiano" del volume sugli intellettuali (sezione "giornalismo").

"Distinzione tra movimenti militanti, che sono i più interessanti e movimenti di retroguardia o di idee acquisite e divenute classiche o commerciali"

"Bisogna quindi riconoscere apertamente che le riviste di per sé sono sterili, se non diventano la forza motrice e formatrice di istituzioni culturali a tipo associativo di massa, cioè non a quadri chiusi"

"Perciò non bisogna turbarsi della molteplicità delle critiche: anzi la molteplicità delle critiche è la prova che si è sulla buona strada; quando invece il motivo di critica è unico, occorre riflettere: 1) perché può trattarsi di una deficienza reale; 2) perché ci si può essere sbagliati sulla "media" dei lettori ai quali ci si riferisce, e quindi si lavora a vuoto, "per l'eternità"

"La rivista (ossia il direttore della rivista) deve formare anche i suoi collaboratori stranieri per raggiungere l'organicità"

"Non si nega l'utilità (specialmente commerciale) di avere grandi firme. Ma dal punto di vista pratico di promuovere la cultura, è più importante il tipo di collaboratore affiatato con la rivista, che sa tradurre un mondo culturale nel linguaggio di un altro mondo culturale, perché sa trovare le somiglianze anche dove esse pare non esistano e sa trovare le differenze anche dove pare ci siano solo somiglianze, ecc."

Andrea Severi

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1 Commenti:

Alle 8/05/2011 10:37:00 AM , Anonymous casino live ha detto...

grande uomo

 

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