31 ottobre 2007

Il male minore

Questa la notizia.









Commento a pelle:

"Ad onta di ogni strenua decisione contraria mi trovo imbarazzato sorpreso ferito per una irata sensazione di peggioramento di cui non so parlare né so fare domande"


Pier Paolo Pasolini scrisse queste parole. Giovanni Lindo Ferretti le raggrumò e le ridispose, lasciando che chiudessero un disco capitale per l'Italia degli anni '90, Linea Gotica. Le ripesco oggi dal mio petto, dalla mia memoria. Sono anzi loro ad affiorarmi in bocca: dalla gola alle labbra. Ma rimangono lì, sospese. Ancora una volta - l'ennesima - sono inerme di fronte a scelte altrui che mi toccano nel profondo, scavando irresponsabili dentro ferite mai sopite. Adirato, ammutolito, basito. Penso al viso di Mastella e lo chiamo imbecillità, osservo il viso di Di Pietro in tv e penso che "l'innocenza è una colpa": cosa ha mai ottenuto con la sua purezza? Poi penso alle corse, ai lacrimogeni, alle mie mani tinte di bianco alzate al cielo, un poliziotto che guardandomi negli occhi batte il manganello sul proprio scudo, i solchi delle legnate sulla schiena di un'attivista di Greenpeace, l'infermiera randellata e coperta di sangue sulla copertina di Diario... Altre corse a perdifiato, i fazzoletti per proteggere il viso, gli stands di Altromercato buttati all'aria dai carabinieri in Piazzale Manin.
Sono veramente stanco di votare il male minore, ora.


Marco

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28 ottobre 2007

Chinaski e i suoi amici un po' strani

Obbligato a frantumare questo silenzio assordante dalla cameretta di un college femminile del Cambridgeshire, vi propongo la lettura di alcuni blog, legati tra loro dal fatto che gli autori sembrano conoscersi bene (almeno così scrivono), condividono lo stesso umorismo cinico e surreale, puzzano tutti di fuoricorso in filosofia e i loro post fanno spesso spataccare dalle risate. Chinaski lo conobbi grazie ai Macchianera Blog Awards 2006, e da lì a ruota tutti gli altri, Bortecca, Il Peggiore, Smeriglia, fino alla rivelazione cinematografica dell'anno: la ComaFilm. So che è poco dopo undici vergognosi giorni di assenza, e la carta Chinaski & friends volevo giocarmela meglio ma tant'è; ecco alcuni links:

Chinaski
Il Peggiore
Smeriglia
ComaFilm

Godeteveli bastardi.

Paolo

p.s.: a parziale giustificazione sappiate che l'assenza dagli schermi è dovuta anche al fatto che negli ultimi giorni siamo stati impegnati a ridefinire la nozione di "ritardo" durante la fase finale della preparazione del nuovo numero di Tabard che è riuscito ad andare in stampa nonostante tutti il nostro impegno in direzione contraria. Ovviamente avrete notizia del lieto evento su queste striminzite paginette.

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17 ottobre 2007

Bagarre Internazionale delle Riviste Alternative

Tabard va a BIRRA. Dal 7 all'11 novembre si svolgerà a Perugia l'annuale manifestazione di UmbriaLibri e quest'anno per la prima volta una sezione del festival verrà dedicata al mondo delle riviste indipendenti. Noi ci saremo dal 9 all'11, gironzolando tra gli stand di Piazza della Repubblica dove saranno esposte, presentate e distribuite decine di riviste italiane ed estere. Verranno inoltre proposti due incontri molto interessanti:
"The rivista connection" (venerdì 9 novembre, ore 16:30) è dedicata alla scena americana, inglese e canadese, dove le riviste sono un modello vincente. Saranno presenti Angela Petrella e Jordan Bass (McSweeney’s, The Believer, Wholphin), Helen Gordon (Granta) e Craig Davidson (The Fiddlehead, Event, Prairie Fire e SubTerrain, autore di Rust & bones e Fighter). Modera Marco Cassini (Minimum Fax).
“Camera con rivista” (domenica 11 novembre, ore 16.30) coinvolge numerosi attori del panorama editoriale nazionale. Interverranno Gianluca Morozzi, Paolo Nori, Stefano Bertini, Matteo B. Bianchi, Teo Lorini, Michele Barbolini, Marco Drago, Gabriele Dadati, Marco Candida e Arnaldo Colasanti.

Un'occasione unica per curiosare nel brulicante mondo delle riviste indipendenti, conoscere gente, discutere, interrogarsi su cosa si sta facendo e perché, divertirsi, e bere tanta tanta birra.

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15 ottobre 2007

Tabard per il Blog Action Day

Oggi 15 ottobre è il Blog Action Day, un'iniziativa della blogosfera mondiale per la sensibilizzazione al problema ambientale. È da tempo che vorrei inaugurare una rubrica fissa sul tema, e solo i ritardi nei cambiamenti al blog (a cui stiamo lavorando, a rilento, ma ci stiamo davvero lavorando) me lo hanno impedito. Non voglio comunque sprecare questa occasione e ne approfitto allora per contribuire, linkando questa pagina del Guardian, contenente moltissimi consigli (in inglese) di economia domestica in chiave etico-ecologica. La pagina è a cura di Leo Hickman, il cui libro La vita ridotta all'osso, vorrei recensire quanto prima su queste pagine.

Paolo

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13 ottobre 2007

Tempi troppo moderni

In seguito a disguidi chiamo il 190, dove un giovane e gentile operatore risolve piuttosto rapidamente il mio problema. Dopo qualche minuto mi telefona una voce preregistrata, dice che fanno un sondaggio per valutare l'efficienza del servizio assistenza. La voce dice anche che mi verranno poste sei diverse domande preregistrate, alle quali dovrò rispondere digitando sul cellulare un voto che va da 0 (insufficiente) a 9 (ottimo). Infine la voce aggiunge rassicurandomi sul fatto che le mie risposte rimarranno assolutamente anonime. Accetto, mi piace studiare queste nuove tecniche di controllo del feedback tra cliente e azienda, penso: "Qualcuno finalmente si interessa della soddisfazione di noi clienti". Penso: "Prego, mi dica, signorina computer". Rispondo premendo #1#.

Voce elettronica impersonale: "L'operatore è stato gentile ed educato?"

Ed io certo, signorina computer!
Premo #9#.

Ripensando a questa prima domanda mi si accende subito un dubbio confuso, dubbio che si fa più chiaro e intenso con le domande successive:

Voce elettronica impersonale: "L'operatore ha risolto il suo problema?"
Voce elettronica impersonale: "L'operatore è stato veloce?"
Voce elettronica impersonale: "L'operatore aveva le competenze per affrontare il problema?"
Voce elettronica impersonale: "L'operatore ha risposto a tutte le sue domande in maniera esauriente?"

Ora capisco, mia signorina digitale, in realtà tu stai matematicamente creando una griglia di gradimento dei diversi operatori, stai decidendo con meccanica razionalità se il mio amico operatore della postazione 13 del vostro call center in viale della Libertà dodici a Milano lavorerà per voi il prossimo mese o se dovrà cercare altro. Del resto il suo destino non ti riguarda, né ti può toccare. Tu sei un calcolatore elettronico e per questo non puoi avere colpe, tu esegui semplici funzioni su regole non stabilite da te. Ecco la genialità di chi ti ha messo in moto: delegare questa responsabilità proprio a te, che responsabilità non puoi avere. Sei un giudice irresponsabile, niente sensi di colpa per aver licenziato qualcuno, niente gioia per averlo salvato, niente spiegazioni a nessuno: niente di niente.

Subito dopo mi balza agli occhi un altro elemento inquietante. Il sondaggio è un tentativo di rendermi complice ignaro di questa delirante efficienza: giocando con le parole hai ribaltato una spietata selezione di risorse umane in un sondaggio sul gradimento del servizio, sperando nella mia entusiastica collaborazione.

Forse hai capito che ti ho smascherato, perché dopo queste brutte domande mi poni un ultimo quesito, sperando di distrarmi dalla mia credenza.

Voce elettronica impersonale, mi dici: "Come valuta complessivamente il servizio assistenza?"

#0#.

Riattacco e mi chiedo, come molti altri fanno, come questo possa finire.

Marco P.

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10 ottobre 2007

L'ultima infedeltà

Nel pomeriggio, perso nel "tedioso" corso di formazione che precede l'inizio vero e proprio del mio servizio civile (quanto vorrei che Napolitano fosse con me in questi giorni!), ripensavo a questa poesia di Gozzano. Ho pensato di ricordarla a chi già la conosce (e i Tabardiani che ne sanno qualcosa sono in molti) e magari di presentarla a chi invece ancora frequenta questo blog (se qualcuno è rimasto dopo la penosa inattività degli ultimi tempi).

Vittorio


L'ultima infedeltà

Dolce tristezza, pur t'aveva seco,
non è molt'anni, il pallido bambino
sbocconcellante la merenda, chino
sul tedioso compito di greco...

Più tardi seco t'ebbe in suo cammino
sentimentale, adolescente cieco
di desiderio, se giungeva l'eco
d'una voce, d'un passo femminino.

Oggi pur la tristezza si dilegua
per sempre da quest'anima corrosa
dove un riso amarissimo persiste,

un riso che mi torce senza tregua
la bocca... Ah! veramente non so cosa
più triste che non più essere triste!

Guido Gozzano

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